giovedì 1 novembre 2012

RIGUARDO ALLE MUSE

Parlare delle mie muse ispiratrici (che sono molteplici) è per me una cosa molto intima. Non lo faccio mai con nessuno perchè farlo significherebbe parlare indirettamente anche della mia vita privata e affettiva. Per me l'arte è strettamente collegata alla vita che conduco e agli incontri che faccio. Anche ai miei sogni. I lavori pittorici, i disegni, le animazioni che realizzo, sempre se siano considerati arte, sono costantemente influenzate da quello che sento, che sto vivendo e di come lo sto vivendo. Ho un rapporto molto emozionale con ciò che realizzo: altrimenti sono sicuro, per quel che mi riguarda, che il processo creativo si ridurrebbe a mero esercizio di tecnica e di stile. Trovo linfa vitale da quel che mi circonda: a volte mi ispira, altre mi seduce. Certo le donne hanno questo influsso su di me. Donne e seduzione. Sarebbe riduttivo relegare ora alla semplice attrazione sessuale e fisica il termine "seduzione". Anche un po' offensivo nei confronti delle donne. Quello che mi seduce in una donna e che mi spinge a considerla una musa ispiratrice và ben oltre l'attrazione fisica. Può essere un gesto, una parola, un particolare taglio di luce sul suo volto, un'affinità intellettuale, un incontro legato ad un luogo, e tante altre sensazioni del genere a far scattare la molla, ad attirare la mia attenzione su quella persona. Potrei affermare che, quando scatta in me questa cosa, la donna lascia il posto alla musa. Parlando per metafora la donna intesa come individuo muore e la musa nasce. Non è poi il semplice ricordo di quella donna a ispirarmi, ma la sua "statua", il suo "riflesso" in me. In questo particolare processo di idealizzazione, l'idea di quella donna mi possiede completamente, vive nella mia mente e nel mio spirito, come un fantasma che non trova pace, imprigionato. Sento come il desiderio di liberarmi di quell'ospite inatteso, prima che diventi un'insopportabile ossessione. Non è facile convivere a lungo con i propri fantasmi se non troviamo il modo di liberarcene. L'arte quindi, ossia per quel che mi riguarda la pittura e il disegno (in parte anche la musica) è "solo" uno strumento del quale mi servo per purificarmi dalle muse che albergano dentro di me: le mie ossessioni. Quando questo processo creativo è terminato e si concretizza in un'opera sento come un vuoto appagante: mi sento liberato. Dopo subentra una strana nostalgia. Tornerò presto in cerca di altre muse, anche se sarebbe più corretto dire: saranno loro a venire a cercarmi. Sono poco rassicuranti le mie muse...ma non potrei farne a meno.

Spoleto, 01/11/2012