RIGUARDO ALLE MUSE
Parlare
delle mie muse ispiratrici (che sono molteplici) è per me una cosa
molto intima. Non lo faccio mai con nessuno perchè farlo significherebbe
parlare indirettamente anche della mia vita privata e affettiva. Per me
l'arte è strettamente collegata alla vita che conduco e agli incontri
che faccio. Anche ai miei sogni. I lavori pittorici, i disegni, le
animazioni che realizzo, sempre se siano considerati arte, sono
costantemente influenzate da quello che sento, che sto vivendo e di come
lo sto vivendo. Ho un rapporto molto emozionale con ciò che realizzo:
altrimenti sono sicuro, per quel che mi riguarda, che il processo
creativo si ridurrebbe a mero esercizio di tecnica e di stile. Trovo
linfa vitale da quel che mi circonda: a volte mi ispira, altre mi
seduce. Certo le donne hanno questo influsso su di
me. Donne e seduzione. Sarebbe riduttivo relegare ora alla semplice
attrazione sessuale e fisica il termine "seduzione". Anche un po'
offensivo nei confronti delle donne. Quello che mi seduce in una donna e
che mi spinge a considerla una musa ispiratrice và ben oltre
l'attrazione fisica. Può essere un gesto, una parola, un particolare
taglio di luce sul suo volto, un'affinità intellettuale, un incontro
legato ad un luogo, e tante altre sensazioni del genere a far scattare
la molla, ad attirare la mia attenzione su quella persona. Potrei
affermare che, quando scatta in me questa cosa, la donna lascia il posto
alla musa. Parlando per metafora la donna intesa come individuo muore e
la musa nasce. Non è poi il semplice ricordo di quella donna a
ispirarmi, ma la sua "statua", il suo "riflesso" in me. In questo
particolare processo di idealizzazione, l'idea di quella donna mi
possiede completamente, vive nella mia mente e nel mio spirito, come un
fantasma
che non trova pace, imprigionato. Sento come il desiderio di liberarmi
di quell'ospite inatteso, prima che diventi un'insopportabile
ossessione. Non è facile convivere a lungo con i propri fantasmi se non
troviamo il modo di liberarcene. L'arte quindi, ossia per quel che mi
riguarda la pittura e il disegno (in parte anche la musica) è "solo" uno
strumento del quale mi servo per purificarmi dalle muse che albergano
dentro di me: le mie ossessioni. Quando questo processo creativo è
terminato e si concretizza in un'opera sento come un vuoto appagante: mi
sento liberato. Dopo subentra una strana nostalgia. Tornerò presto in
cerca di altre muse, anche se sarebbe più corretto dire: saranno loro a
venire a cercarmi. Sono poco rassicuranti le mie muse...ma non potrei
farne a meno.
Spoleto, 01/11/2012
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